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Il lavoro manuale non è morto. Siamo solo Vecchi.

Ormai è diventata retorica quotidiana parlare della mancanza di personale.

Tra i vari settori merceologici , certo quello che ha il tocco di campana più forte  è proprio quello della ristorazione, al punto che ne hanno parlato chef stellati e telegenici, che ormai vediamo sui migliori palinsesti televisivi.

Si continua a dire: “personale non c’è”, “i ragazzi non vogliono lavorare”.

Premetto che a mio avviso tutto dipende da una riforma necessaria del costo del lavoro, che di fatto ingessa qualsiasi sforzo imprenditoriale, ma detto questo come premessa fin troppo ovvia, va detto cheIl lavoro manuale non è morto. Siamo solo Vecchi.

L’Italia, il Paese più ambito al mondo, ma è un paese vecchio nella sua struttura organizzativa, burocratica ma anche e sopratutto con una mentalità vecchia della sua classe dirigente.

Totalmente assente la meritocrazia da qualsiasi aspetto di lavoro dipendente (aspetto non contemplato dal ns sistema legislativo in materia di lavoro), tutti i rapporti lavorativi si basano come diceva il buon “Marchionne” su diritti e doveri.

In Italia siamo stati abituati a difendere allo stremo i diritti, trascurando in modo fin troppo evidente i doveri. Tutto questo ha alimentato solo finte lotte di casta, senza mai evidenziare che non c’è buon imprenditore senza validi dipendenti, e validi dipendenti senza ottimi imprenditori.

La rete, il lavoro di squadra insomma in Italia ancora sembrano non arrivare come concetto. Triste nel 2022.

Vi sembrerò duro probabilmente, ma credetemi non è retorica, basta analizzare i fatti:

– Un Paese che ha cercato negli anni di maggior sviluppo (’60 e ’70) il “posto fisso”, per riscattare la mentalità contadina dei genitori sopravvissuti al dopo guerra, ha creato una generazione successiva di colletti bianchi e di laureati che per emergere dovevano dilapidare quanto conservato dai genitori o espatriare. Ne nasce una nuova generazione totalmente apolitica, che non crede nelle istituzioni e vota più per simpatia o per apparente spirito rivoluzionario.

L’attuale classe dirigente italiana, non capisce che questa nuova generazione di teenager in realtà è anni luce più avanti di loro.

Saranno timidi, e impauriti (ma d’altronde con la società senza certezze che gli abbiamo creato cosa ci possiamo aspettare) ma sanno perfettamente cosa NON vogliono.

Sanno che il mondo si salverà con la natura, e con un ritorno di essa quasi ad un aspetto primordiale.

Sanno che i prodotti alimentari di domani avranno  etichette pulite e trasparenza totale di comunicazione ai consumatori.

Sanno che solo con una ricerca costante di un eco-sistema che sembra ormai dimenticato, si troverà un equilibrio che questo mondo sembra non vedere e cercare più.

Ma oltre a questo sanno una cosa molto più importante. Sanno che l’Italia di domani è fatta da connazionali che hanno il colore della pelle diverso e quindi migliore di quello a cui siamo abituati a vedere. Sanno vivere in un mondo cosmopolita, sanno apprezzare la diversità come elemento di crescita e non di disuguaglianza.

In Italia ci sono centinaia di migliaia di extracomunitari che non attendono altro che l’italia si svecchi più velocemente, che il mondo dei commenda abbassi il naso e accetti, che la forza di volontà appartiene forse un pò di più ai nuovi italiani che ai figli dei vecchi italiani, cresciuti viziati e con il naso all’insù .

Io credo fermamente, che si sia perso il concetto di “onore” nel lavoro, e che ormai il lavoro manuale lo vogliono fare solo quelle persone che sono prive da preconcetti e che trovano rispetto, purché si lavori dignitosamente. Non sto parlando di stipendio. Sto parlando di passione, di amore verso ciò che si fa.

Credo che si stia perdendo il patrimonio di questo paese, fatto di sarti, calzolai, artigiani di ogni genere, davvero incredibili. Mastri di vita e di lavoro che porteranno con loro segreti che ci hanno distinto in tutto il mondo.

Credo che il futuro sarà dell’artigiano perché la globalizzazione farà si, che “ esclusivo” sarà uguale a “ fatto a mano”.

Noi italiani abbiamo fatto i lavapiatti e scalato tutte le categorie  sociali, diventando leader, dirigenti, in paesi dove venivamo additati come poco più di spazzatura.

La ns voglia di lavorare e la genialità ci hanno portato a diventare dei punti di riferimento in paesi come Germania, Stati Uniti, Inghilterra.

Adesso non ci rendiamo conto che è arrivato il ns turno, quello di fare nel nostro Paese un passo indietro e farci insegnare da chi ha più onore di noi nel lavoro dove il futuro ci aspetta.

Cari ristoratori, per fare i lavori manuali bisogna creare, formare, figure professionali farle innamorare di quel lavoro e pagarle bene!

E se ormai gli italiani prendono il reddito di cittadinanza e non ci credono più, trovate in chi vuole diventare un nuovo e corretto italiano, e che si porta nel suo bagaglio un bel sacchetto di  sofferenza e onore, vi donerà la  forza di volontà necessaria per il futuro di questo bellissimo mondo.

 

Salvatore Russo

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